È meglio investire il TFR o lasciarlo accantonato mensilmente al datore di lavoro. Tutti i lavoratori dipendenti neoassunti hanno sei mesi di tempo per rispondere a questa domanda e scegliere che cosa fare del TFR, cioè dei soldi accantonati tutti i mesi dal datore di lavoro per formare la liquidazione che sarà loro consegnata alla fine del rapporto di lavoro.
Investire il TFR in fondi per la pensione integrativa o in polizze previdenziali
Il lavoratore praticamente, dovrà comunicare se intende lasciare il TFR in azienda per riceverlo poi come liquidazione, oppure investirlo, tutto o in parte in fondi per la pensione integrativa o in polizze previdenziali.
Se non si esprime nessuna volontà, vale il principio del “silenzio assenso”, cioè il 100% del TFR viene obbligatoriamente utilizzato a scopi previdenziali nel fondo chiuso di categoria. Il semestre bianco inizia dal giorno dell’assunzione. Naturalmente questa è una scelta importante per il lavoratore, che in quanto scelta individuale, deve informarsi, valutare e poi decidere.
Per facilitare la scelta del lavoratore, vediamo alcuni esempi e suggerimenti di fondo.
Fondi chiusi o negoziali
Gli strumenti per la pensione integrativa sono molti, tra questi i fondi chiusi o negoziali, cioè fondi di categoria di settore (chimici, metalmeccanici ecc.) o territoriali, previsti dai contratti sindacali aziendali nazionali o promossi da organizzazioni di categoria.
I fondi chiusi o negoziali, solo in teoria i più convenienti perché si avvantaggiano di un contributo aziendale e vengono finanziati anche con contributi degli stessi lavoratori. A questi fondi però possono aderire soltanto i lavoratori con un rapporto di lavoro dipendente.
Fondi aperti
Vi sono inoltre i fondi aperti, gestiti da banche, assicurazioni e società di intermediazione mobiliare (Sim).
Polizze assicurative previdenziali e fondi di investimento previdenziale
Vi sono infine le polizze assicurative previdenziali (Pip, piani di investimento previdenziale) e (Fip, Fondi di investimento previdenziale). Ogni strumento offre al lavoratore diverse opzioni il cui rendimento varia in base alla durata, al tipo di investimento (obbligazionario, azionario, misto ecc.) e alle spese di gestione. Al raggiungimento dell’età pensionabile il lavoratore riceverà dal fondo una rendita vitalizia reversibile.
Prima di investire il TFR è bene sapere che, nel breve periodo, il trattamento di fine rapporto, rende di più se lasciato in azienda e accantonato mensilmente dal datore di lavoro. Mentre se la scelta ricade ad un investimento a lungo periodo il rendimento del TFR è più alto se trasferito sui fondi previdenziali.



